Pagina di diario del 9 Luglio 2020 – Santa Maria di Leuca
Anni fa feci questa foto con le mani fuori dal finestrino mentre viaggiavo sulla strada per Leuca.
Negli anni, una lunga serie di foto fuori dal finestrino hanno fatto parte dei miei hard disk. Foto un po’ scomposte, storte, talvolta casuali scattate come per dire “va bene qualsiasi cosa di questo momento… anche solo il vento”. Il finestrino è parte del tutto, un po’ albero, un po’ cielo, un balcone affacciato sulla strada, il parapetto tra noi e una destinazione.
Le foto fuori dal finestrino ci dimostrano che siamo in movimento, che non siamo spettatori, che seguiamo la corrente, il flusso, che siamo in viaggio, siamo strada, siamo senza posa, senza schema, che abbiamo occhi liberi.
Sono andata a cercare altre foto fuori dal finestrino negli archivi di tutti i miei viaggi, ne ho trovate moltissime e poi di colpo più nessuna.
Quando un viaggiatore si ferma qualcosa cambia nel modo di vedere i finestrini. Non sono più trampolini di lancio, porte affacciate sul mondo da cui sporgersi, tornano ad essere solo finestrini, parti di un veicolo.
Ogni viaggio dovrebbe avere una foto fuori dal finestrino per ricordarci ciò che è la libertà
